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RAMY, LA NOTTE DELL’IRA A BOLOGNA E ROMA

  • Rosaria Marciano
  • 5 mag
  • Tempo di lettura: 1 min


Il 24 Novembre durante un inseguimento muore Ramy Elgaml, a soli 19 anni. Il ragazzo era nel motorino con un suo amico, Fares, di 22 anni alla guida. I due, inseguiti dalle forze dell’ordine a Milano, si schiantano durante un tentativo di fuga. Sin dalla notte dell’incedente, vari atti di violenza o vandalismo giustificati con la frase “è giustizia per Ramy”. Ad oggi gli indagati per la morte del giovane, sono 4; tra loro due militari, indagati per aver costretto due testimoni a cancellare il video dell’incidente che mostrava il vicebrigadiere alla guida della volante, all’inseguimento di Ramy e dell’amico. La manifestazione di Milano per Ramy si è resa pacifica, al contrario di quella di Roma, dove dei ragazzi, a parte le violenze fisiche su loro coetanei e vari atti vandalici, hanno aggredito delle forze dell’ordine e come giustificazione hanno usato il nome di Ramy. A Bologna succede la stessa identica cosa nella stessa notte: quella notte è stata definita “violenza per la violenza” dal questore di Bologna Antonio Sbordone. Parla anche il sindaco Bolognese Matteo Lepore: “Non ci sono ragioni giuste per devastare la nostra città, che non se lo merita. In questa manifestazione non autorizzata non abbiamo visto cortei, sono passati subito alle mani, spaccando tutto. Ha ragione il questore quando dice che il movente politico in questo caso pare essere stato solo una giustificazione”.

In tutta questa situazione, parlano i genitori del giovane Ramy: entrambi sostengono scorretto utilizzare la morte del figlio come giustificazione alla violenza.

 

Tocco Maria e Mangiapane Giorgia

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