INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY ALLA CASA BIANCA
- Rosaria Marciano
- 5 mag
- Tempo di lettura: 3 min

Un incontro che doveva essere “molto buono”, come annunciato da Donald Trump, si è trasformato in un acceso conflitto diplomatico tra il presidente degli Stati Uniti e il leader ucraino Volodymyr Zelensky. Il vertice, tenutosi alla Casa Bianca per discutere di un accordo sui minerali strategici, si è concluso con un litigio di fronte alle telecamere, sorprendendo i presenti e dando vita a un acceso scambio verbale tra i due leader. Il motivo del disaccordo riguarda il delicato tema della trattativa con la Russia. Trump ha accusato Zelensky di essere in una “posizione pessima” e di non avere “le carte in mano” per negoziare efficacemente con Mosca. In un momento di tensione, il presidente degli Stati Uniti ha esclamato: “Non puoi dire voglio questo o quello. Dovete essere riconoscenti. O fate l'accordo, o noi siamo fuori. Giochi con la terza guerra mondiale!”, riferendosi alla situazione geopolitica in atto. Zelensky ha dichiarato che, sebbene sia facile rompere le relazioni, è difficile ricostruirle, soprattutto con un paese come la Russia. Ha anche sottolineato che è difficile immaginare come una relazione con la Russia potrebbe giovare agli Stati Uniti. Dopo uno scontro con Trump, Zelensky è stato invitato a lasciare la Casa Bianca e la conferenza stampa congiunta è stata annullata. Tuttavia, in un'intervista a Fox News, Zelensky ha ribadito la sua volontà di pace. Invece Trump, attraverso un post su Truth Social, ha sottolineato la forza dell'America e ha affermato che Zelensky non è pronto per la pace, ma che potrebbe tornare alla Casa Bianca quando lo sarà, dando una possibilità alla riconciliazione. Secondo un editorialista del New York Times, si arriverà a un accordo con Trump, il quale è definito "transazionale", ossia pronto ad attaccare le persone per poi arrivare a un accordo. I sostenitori di Trump al Congresso, invece, hanno celebrato l'evento come un'affermazione della vision mondiale di Trump e del suo approccio negoziale, il quale sottolinea l'idea dell'"America First", un approccio che mette al primo posto gli interessi degli Stati Uniti.
Zelensky, visibilmente irritato, ha risposto al suo interlocutore accusandolo di essere “irrispettoso” nei confronti dell’Ucraina e della sua posizione. Il confronto è continuato per circa venti minuti, con scambi di battute che hanno coinvolto anche il ruolo delle forze armate ucraine. Trump ha dichiarato: “Senza le nostre armi avresti perso la guerra in due settimane”, esprimendo una visione piuttosto critica nei confronti della leadership ucraina. L’accordo sui minerali strategici, al centro del vertice, rappresenta un passo cruciale per Zelensky, che ha visto nell’intesa un’opportunità per ottenere quelle garanzie di sicurezza necessarie per la sopravvivenza dell'Ucraina. L’intesa sarebbe servita a rafforzare la posizione diplomatica di Kiev, ma l'atteggiamento di Trump ha complicato la questione. Trump ha continuato a criticare Zelensky, definendolo “non tanto intelligente” e insinuando che l’Ucraina avrebbe dovuto più che mai avvalersi dell'aiuto statunitense per migliorare la sua strategia. Zelensky, però, ha ricordato che l'accordo con gli Stati Uniti sarebbe stato solo il primo passo per cercare garanzie internazionali sulla sicurezza dell'Ucraina. Ha inoltre rilanciato con una dura dichiarazione su Vladimir Putin, definendolo un “killer” e negando qualsiasi possibilità di compromesso con il presidente russo. Nonostante le difficoltà, l'intesa sui minerali potrebbe comunque rappresentare un primo passo per un riavvicinamento tra i due paesi, anche se il tono acceso del confronto lascia molte incognite sul futuro delle relazioni internazionali, sia tra Stati Uniti e Ucraina che nella più ampia scena geopolitica. L'incontro ha messo in evidenza come, in un contesto internazionale così teso, le alleanze e le trattative possano trasformarsi rapidamente in scontri verbali, con implicazioni potenzialmente gravi. Il futuro delle trattative sull'Ucraina e le sue alleanze rimane incerto, e il conflitto tra i due leader sembra essere destinato a lasciare il segno nelle relazioni bilaterali tra le due nazioni.
Marta Lo Faso e Titone Matteo
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