LA PIANTA D’ORO
- Rosaria Marciano
- 26 mar
- Tempo di lettura: 4 min
C'era una volta, in un angolo dimenticato del mondo, una foresta che nessun uomo aveva mai osato esplorare: la Foresta di Luce. Nascosta tra montagne nebbiose e valli avvolte da un misterioso silenzio, questa foresta era popolata da creature magiche e piante incantate. Tuttavia, la cosa più straordinaria di tutte era una pianta d'oro che cresceva in un angolo remoto della foresta, conosciuta solo dai pochi che erano riusciti a raggiungere la sua dimora protetta dalla magia.
La pianta, chiamata "Aura d'Oro", era un albero alto e maestoso con foglie dorate che brillavano alla luce del sole. Ogni sua foglia scintillava come un piccolo sole, e i suoi frutti erano gemme dorate che sembravano pulsare di vita propria. Secondo la leggenda, chiunque fosse riuscito a mangiare un frutto dell'Aurora d'Oro avrebbe ricevuto un potere straordinario: l'immortalità. Ma, come ogni leggenda, c'era anche un prezzo: l'anima di chi avesse osato prenderne uno sarebbe stata legata per sempre alla foresta.
Il destino di questa pianta sarebbe stato scritto dalle azioni di tre giovani eroi.
Eryan era un giovane guerriero, figlio di un antico regno perduto, un popolo che aveva costruito la sua grandezza intorno alla magia delle piante. Dopo la distruzione del suo regno, Eryan aveva vagabondato nel mondo in cerca di vendetta contro chi aveva abbattuto il suo popolo. La sua forza fisica era senza pari, ma il suo cuore era tormentato dal desiderio di giustizia. La pianta d'oro era la sua ultima speranza: credeva che il suo potere potesse restituirgli la vita e la prosperità perdute.
Liora era una maga solitaria, nata in un villaggio ai piedi delle montagne. La sua magia era legata alla natura, e fin da piccola sentiva una connessione profonda con gli alberi e le piante. La sua bellezza era pari alla sua saggezza, ma portava con sé un dolore silenzioso: aveva perso la sua famiglia in un'incursione di creature malvagie. Quando venne a conoscenza della pianta d'oro, vide in essa l'opportunità di salvare chiunque fosse stato maledetto dalla morte, compresa la sua gente, che giaceva sepolta nelle terre oscure.
Galen era un ladro astuto e scaltro, noto per la sua capacità di entrare e uscire da qualsiasi luogo senza lasciare traccia. Non aveva né un passato nobile né una missione eroica, ma la sua curiosità e il suo desiderio di arricchirsi lo avevano spinto a cercare la leggendaria pianta d'oro. La ricchezza che avrebbe ottenuto mangiando uno dei suoi frutti sarebbe stata in grado di risolvere tutti i suoi problemi, o almeno così pensava. La sua mente pratica e il suo spirito irrequieto lo rendevano difficile da prevedere, anche per i suoi compagni.
Il viaggio per raggiungere la Foresta di Luce non fu facile. La foresta stessa era viva e protetta da una serie di magie antiche. Le piante erano in grado di camminare e spostarsi, gli alberi si intrecciavano per creare labirinti impossibili da navigare senza una guida. La terra stessa sembrava respingerli, come se la foresta avesse un'anima, una volontà propria.
Un giorno, dopo settimane di cammino, i tre eroi arrivarono finalmente in un campo di fiori argentati, dove l'Aurora d'Oro cresceva in tutto il suo splendore. Il paesaggio era surreale: il cielo era di un blu profondo, punteggiato di stelle brillanti, e l'aria era vibrante di energia magica. Ma l'albero non era solo, al suo fianco c'era una figura immobile, una guardiana della pianta, un'antica entità che non si era mai rivelata a nessun mortale.
La guardiana si presentò come Sylva, una creatura fatta di luce e radici, il cui volto non era umano, ma composto da mille riflessi di rami e foglie. La sua voce era come il vento che sussurra tra gli alberi, e le sue parole risuonavano nell'anima dei tre compagni.
"Chiunque si avvicini all'Aurora d'Oro," disse Sylva, "deve rispondere a una domanda: qual è il vero desiderio che arde nel cuore di ciascuno di voi? Perché la pianta non concede il potere senza una prova del cuore."
Eryan si fece avanti per primo. "Voglio ridare vita al mio popolo," disse con fermezza. "Desidero che la mia terra rinasca."
Liora, con uno sguardo triste, aggiunse: "Voglio proteggere chi non ha più nessuno, e restituire loro la pace."
Galen, guardando l'albero con occhi scintillanti, disse semplicemente: "Voglio ricchezza. Voglio essere libero."
Sylva guardò i tre con occhi che sembravano penetrare nel profondo delle loro anime. Poi parlò, con un sorriso enigmatico: "Non è la ricchezza o la vendetta che vi guideranno. Il vero potere della pianta è nel sacrificio. Voi tre dovrete decidere: uno di voi potrà prendere il frutto, ma a quale prezzo?"
E così, davanti alla pianta d'oro, i tre eroi si trovarono a fare una scelta impossibile: il potere che tanto desideravano aveva un prezzo che nessuno di loro era veramente pronto a pagare.
La foresta osservava silenziosa, consapevole che ogni desiderio aveva il suo contrappeso. E che il vero potere non risiede nell'oro, ma nel cuore di chi cerca di comprenderlo.
Girolamo Palazzolo
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