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IL MIO AMICO A 4 ZAMPE

  • Rosaria Marciano
  • 5 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

Tutti quando pensano all’amicizia pensano ad una persona che ti fa doni, che è sempre affettuosa e che nel momento del bisogno, c’è sempre per te. Ecco, per me non è stato proprio così.

Tutto è iniziato in pandemia, quando i primi giorni di marzo del 2020, hanno annunciato che dovevamo restare dentro casa perché era scoppiata una pandemia mondiale. Io ho brutti ricordi di quel periodo: non potevamo uscire e vedere mio padre ritornare dal lavoro con una mascherina ed un paio di guanti, mi rattristava molto. Io studiavo con mia madre, che poverina non ce la faceva più. Per fortuna, avendo una casa grande, potevamo fare videolezione tranquillamente: mio fratello, che andava alle medie, era nella camera dei miei genitori, l’altro mio fratello era collocato in salotto, invece io mi ero posizionata tra il bagno e la cucina cosicchè avevo tutto a disposizione. Quando ero stanca di studiare uscivo fuori in giardino e mi arrampicavo sul mio albero preferito: era molto divertente stare fuori, ma c’era sempre un silenzio di tomba, molto noioso e insignificante. Mi mancavano molto i miei amici e, anche se potevamo chiamarci, non era la stessa cosa di averli vicino. Un giorno mentre stavo facendo inglese con un succo d’arancia, sento urlare mio padre:” C’è una sorpresa, scendete!” Io scendo di corsa, insieme ai miei due fratelli e ci ritroviamo un carinissimo cagnolino. Era un San Bernardo e, anche se era un piccolo cucciolo, sarebbe diventato grande quanto un leoncino. Era un cane super vivace e molto giocherellone, non poteva stare un attimo senza muoversi. Il suo manto era bianco con zampe nere e marroni, un marrone che al sole diventava rossiccio. Aveva 4 zampe imponenti, un muso che si poteva considerare adorabile, delle orecchie abbassate nere e una coda a chiocciola, morbida e bianca. La sera stessa avevamo cenato dai miei nonni nella loro casetta in campagna, dove ho passato quasi tutta la mia infanzia e nella piccola TV era proiettato uno dei tanti film di Budd Spencer e a me è venuta l’idea di chiamarlo proprio così. Infatti dopo qualche secondo ho urlato con tutte le mie forze: “Spencer!” per attirare l’attenzione della mia famiglia, per far sapere della mia idea geniale. Da quel giorno passavo tutte le giornate insieme a lui, giocavamo a palla, mi mettevo accanto a lui per studiare e alcune volte mangiavamo insieme, anche se i suoi croccantini non facevano proprio un buon odore. Era diventato il mio migliore amico a quattro zampe. Alcune volte però si comportava male, per esempio bucava i vestiti che mia madre stendeva.

Purtroppo tutte le cose belle finiscono: un giorno, il 10 giugno del 2022, se vogliamo precisare verso l’ora di pranzo, dopo essere tornata dal campus sportivo, come ogni giorno, sono andata dove lui mangiava e l’ho trovato privo di vita. All’inizio pensavo che stesse semplicemente dormendo, però chiamando il veterinario e vedendo la sua lingua che diventava bianca, purtroppo è apparso chiaro che non stava soltanto dormendo. Quando dei ragazzi l’hanno portato via, è stato come perdere una parte di me stessa. All’inizio non volevo parlare e mangiare.

Oggi ho molti amici, ma purtroppo so che il mio più caro amico non tornerà più.

Eleonora Cucinella

 

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