L’ABBANDONO DELLA SIRIA DI BASHAR AL-ASSAD
- Rosaria Marciano
- 26 mar
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La caduta del presidente Bashar al-Assad è un evento destinato ad avere effetti di ampio raggio sugli equilibri di potere della regione. Damasco è caduta, la Siria è sotto il controllo dei ribelli e un grande interrogativo ha riguardato soprattutto Bashar Al- Assad. Dopo tanti giorni di voci smentite, e speculazioni, dal Cremlino è arrivato l’annuncio che il presidente Bashar al-Assad è fuggito a Mosca con la sua famiglia. Era stata proprio Mosca a confermare l’abbandono di Assad. Resta poco chiaro quando Assad abbia messo in atto la sua fuga; secondo l’osservatorio siriano, l’ex presidente è partito con un volo privato decollato dall’aeroporto di Damasco alle 22:00 locali di sabato sera. Secondo invece due ufficiali dell’esercito Siriano, Assad è salito su un aereo domenica mattina presto a Damasco.
Bashar Al- Assad è stato designato come successore dal padre Hafiz al-Assad ed ha seguito la nazione dopo la sua morte. Nelle elezioni presidenziali in Siria tra il 2000 e il 2007, ha ricevuto rispettivamente il 97,29% e il 97,6% dei voti.
Bashar al- Assad nasce l’11 settembre 1965 a Damasco. Cresciuto nella capitale Siriana, ha conseguito la laurea in Medicina nel 1988 presso l’Università di Damasco ed ha lavorato nell’ospedale militare della città fino al 1992, quando si è trasferito nel Regno Unito per specializzarsi in oculistica , frequentando il “Western Eye Hospital” di Londra. Quando lui studiava a Londra., mostrava poco interesse per la politica, poiché il padre aveva destinato a succedergli l’altro figlio, fratello maggiore di Bashar, il quale aveva avuto una formazione militare ed era capo della guardia presidenziale. Quando Basil morì però in un incidente stradale, Bashar si ritrovò a dover essere il nuovo successore designato e dovette quindi abbandonare anche gli studi per tornare in patria.
Il regime dittatoriale di Assad in Siria è crollato tra il 7 dicembre/ 8 dicembre 2024, dopo 11 giorni di offensiva militare guidata dai ribelli sunniti jihadisti di Ha’ yat Tahrir al- Sham e sostenuta da Turchia e Usa. La rapidità dell’operazione e la presa di Damasco hanno sorpreso anche gli alleati di Assad: Russia, Iran, Hezbollah. Ora la situazione è instabile, con diverse fazioni, tra cui i Curdi, che si spartiscono il territorio.
Alessandra Ferreri
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