Mi chiamo Filippo e oggi vi voglio raccontare di un’amicizia speciale che ha segnato la mia vita. L’amico in questione è Marco, un ragazzo dalle mille avventure. Marco è un ragazzo alto, con i capelli ricci, scuri, che gli cadono sulla fronte disordinati. Ha occhi verdi, sempre attenti e curiosi, ma la sua caratteristica principale è il suo sorriso: sincero, aperto, sempre pronto ad aiutare nei momenti più difficili. Luca è un ragazzo allegro, pieno di vita e con una gran voglia di scoprire il mondo. Ma sotto quella maschera di spensieratezza, ho sempre saputo che nascondeva un cuore sensibile, uno di quelli che sanno ascoltare e capire anche senza parole. Il luogo che ci rappresenta di più è l’antico parco della nostra città. Non è un parco speciale o famoso, ma per noi è sempre stato come un teatro di mille avventure. Il parco si estende tra il quartiere e la campagna, con grandi alberi che fanno ombra sui vialetti di terra e piccole pietruzze. Al centro c’è una fontana di pietre, ormai coperta da muschio e altri 100 tipi di erbe, da cui esce un filo d’acqua. Accanto c’è una vecchia panchina di legno, consumata dal tempo, dove spesso ci sediamo a parlare. Questa panchina, per noi ha un significato importante, perché è stata dedicata a un signore, “un pezzo di storia del nostro paese”, che giocava sempre con i bambini. Il sole filtra attraverso i rami e interagisce con le foglie, creando giochi di luce sul terreno. Quel posto per noi è magico, perché lì ci sentiamo liberi di essere noi stessi.
Un pomeriggio di primavera, mentre eravamo seduti su quella panchina, Luca sembrava più silenzioso del solito, Io lo guardavo curioso, sapendo che qualcosa gli frullava per la testa. Finalmente parlò:
- “Filippo, hai mai pensato a cosa sarà di noi tra qualche anno? Voglio dire, quando finiremo la scuola e magari ci allontaneremo?”
Non me lo aspettavo, ma sapevo che quella domanda lo tormentava un po'! Guardai il parco intorno a noi e poi i suoi occhi, che mi fissavano in cerca di una risposta.
- “Certo, ci penso a volte. Ma io credo che certe amicizie, come la nostra, non si perdano. Non importa dove andremo o cosa faremo. Questo parco ci ha visti crescere e ci vedrà ancora, non credi?”
Luca sorrise, quel sorriso che conoscevo bene.
- “Si, hai ragione. Dopotutto, siamo stati qui così tante volte che è come se una parte di noi rimanesse sempre in questo posto.”
Rimanemmo in silenzio per un po’, guardando il tramonto che colorava il cielo di sfumature rosse e arancioni. Il parco sembrava ancora più bello, quasi come se ci stesse dicendo che avrebbe custodito i nostri ricordi per sempre. Quel giorno capii che le vere amicizie quelle profonde, non si basano solo sul tempo che passi insieme, ma sui momenti che condividi e sulle emozioni che provi. E, come avevo detto a Luca, sapevo che quel parco avrebbe sempre rappresentato il nostro legame, fraterno e affettivo, anche se un giorno le nostre strade si fossero separate.
Giuliana Basile
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