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TEMPO PROLUNGATO: UN VIAGGIO TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

Aggiornamento: 16 apr



Nella nostra scuola le offerte formative sono varie, infatti i ragazzi hanno la possibilità di accedere a diversi corsi: musicale, prolungato e a tempo normale.

Oggi, noi della Redazione Giornalistica, vorremmo parlarvi del tempo prolungato, che non viene proposto in molte scuole, infatti nel nostro territorio, provincia occidentale di Palermo, oltre noi, solo i seguenti Istituti propongono quest’aggiunta all’offerta formativa: I.C Biagio Siciliano (Capaci) e I.C. Giovanni Paolo II (Partinico).

Le attività del tempo prolungato, che da ora in poi chiameremo per brevità semplicemente “T.P.”, al momento si svolgono nei giorni del martedì e del giovedì, con un orario scolastico che complessivamente va dalle ore 08:00 alle 17:00. Dopo le 6 ore regolari di lezioni mattutine, i ragazzi dalle 14:00 alle 15:00 hanno la pausa pranzo e dalle 15:00 alle 17:00 sono impegnati nei laboratori. La pausa pranzo si svolge in classe, sotto la sorveglianza del docente in servizio mensa: noi alunni consumiamo un pasto portato da casa o qualcosa che viene ordinato al mattino dai nostri genitori e poi consegnato a scuola dai panifici e bar della zona; spesso ci riuniamo tutti attorno ad un unico grande tavolo, realizzato semplicemente unendo i nostri banchi al centro dell’aula e ciò ci permette di vivere un momento di socializzazione importante. Dopo mangiato, quando fa bel tempo, usciamo a prendere un po’ d’aria negli spazi verdi della scuola, incontrando così alunni e docenti delle altre classi a T.P.; se fa freddo o piove, restiamo in classe a chiacchierare o fare giochi da tavolo, in attesa dell’inizio delle attività laboratoriali. Alcuni laboratori sono “storici” e si ritrovano quindi di anno in anno, altri invece cambiano, avendo durata temporanea. Ciò dipende dalle proposte fatte dai professori inseriti nel corso a T.P.

La scelta dei laboratori avviene all’incirca ai primi di ottobre, quando agli alunni viene somministrata una scheda tramite la quale possono esprimere le proprie preferenze e, nei limiti del possibile, tutti veniamo accontentati. Le classi che si formano sono dunque “aperte”, nel senso che possono comprendere alunni di classi parallele, o possono essere anche “trasversali”: in questo caso il laboratorio, come ad esempio quello di cartapesta, accoglierà ragazzi di prima, seconda e terza, quindi anche di età diverse. Durante quest’anno scolastico troviamo le seguenti proposte laboratoriali:

Classi prime:

MARTEDI

GIOVEDI

Cartapesta

Scientifico

Ambiente e salute

Ceramica

Robotica

Let’s sing along

Spagnolo

Giocare per crescere

 

Classi seconde:

MARTEDI

GIOVEDI

Spagnolo

Etwinning

Cartapesta

Let’s sing along

Robotica

Scientifico

Ambiente e salute

Ceramica

 

Classi terze:

MARTEDI

GIOVEDI

Cartapesta

M4U

Redazione Giornalistica

Let’s sing along

Latinamente

 

Cambridge

Ambiente e salute

Scientifico

 

 … Ma il T.P. della scuola di Cinisi non è nato mica ora! Ha una storia più che trentennale! Riflettendo su questa singolare esperienza scolastica, noi redattori di “Leggimi” abbiamo pensato di realizzare un’inchiesta giornalistica sulla sua storia e sulla sua evoluzione e per fare ciò ci siamo rivolti ad un’esperta esterna: la giornalista e scrittrice cinisense Vanessa Leone, ex alunna e genitore di due alunne della scuola, nonché Presidente del Consiglio d’Istituto. Vanessa è venuta in redazione e ci ha spiegato cos’è un’inchiesta giornalistica, guidandoci poi nella sua progettazione e realizzazione.

La prima domanda che ci siamo posti è stata: ma quando è iniziato il T.P. nella nostra scuola? Per rispondere a ciò abbiamo svolto una ricerca di archivio negli uffici della segreteria scolastica, ma non risultano documenti che possano ricondurre a una data certa; tuttavia, dalle testimonianze raccolte, presumibilmente l’inizio del T.P. all’I. C. Cinisi risale ai primissimi anni ‘90. Nel riferirci alle testimonianze raccolte intendiamo parlare delle interviste a ex alunni e docenti di T.P., ma anche a vere e proprie fonti storiche, come il quadernetto di Vanessa Leone dal titolo “La mia esperienza di tempo prolungato”, che reca sulla copertina: anno scolastico ‘92/’93. Nella nostra inchiesta faremo riferimento ad entrambe queste fonti: testimonianze orali ed elaborato scritto; nella scuola però c’è molto altro che racconta del T.P.: fotografie, filmati, elaborati artistici. Tutto ciò ci mostra come nel tempo l’organizzazione e le attività del T.P. siano cambiate.

Cominciamo dunque da informazioni e dettagli forniti dagli ex alunni. Abbiamo avuto modo di intervistare: Vanessa Leone, Antonio Vitale e Nunzio Vitale, che hanno frequentato il T.P. nei primissimi anni ’90; Rosalinda Saputo, a.s. 2002/2003; Salvo Casto, a.s. 2011/2012. Ecco di seguito cosa è emerso.

Gli alunni più anziani ci dicono che, a loro memoria, il T.P. è iniziato nel 1991. I laboratori cambiavano ogni anno ed erano realizzati in compresenza da due insegnanti di discipline differenti: si trovava l'argomento comune tra le due materie e usciva fuori un laboratorio, che coinvolgeva tutta la classe; il progetto era unico, non c’era possibilità di scelta per gli alunni, ma si condivideva tutti assieme un’esperienza nuova. Per pranzo non si rimaneva a scuola, ma si usciva alle 13:30; si tornava casa per mangiare in fretta e si rientrava a scuola alle 15:00. Tutto ciò per tre volte alla settimana, fino alle 18.00. Di conseguenza non c’erano compiti per casa. Vanessa Leone ricorda di non avere avuto alcuna possibilità di scelta sul frequentare o meno il T.P., infatti la scuola stessa inseriva i ragazzi nei corsi presenti, e cioè: tempo normale, tempo prolungato e corso bilingue (infatti solo una sezione faceva inglese e francese, tutte le altre solo inglese e il tempo prolungato solo il francese); inoltre non era neanche possibile esprimere preferenza tra compagni, cosa che invece si fa oggi. Ciononostante, Vanessa ha consigliato e consiglierebbe questa esperienza a tutti, perché le ha insegnato ad organizzare bene il suo tempo, a stare molte ore a scuola e le ha permesso di affezionarsi davvero a questo Istituto. Nunzio Vitale ricorda di aver frequentato nei primi anni ’90 il laboratorio di educazione artistica con il professore Friscia, grazie al quale ha imparato l’arte della cartapesta, che pratica tutt’ora; ma nella memoria di Nunzio è rimasto anche il laboratorio sportivo, che offriva la possibilità di praticare pallavolo e basket, partecipando poi a tornei scolastici;  erano presenti anche un laboratorio sui giochi di una volta ed il laboratorio artistico, che sviluppando la passione per la ceramica, ha gettato le basi per il futuro lavoro di Nunzio, il quale, infine, ricorda anche con piacere il laboratorio di musica, grazie a cui ha suonato per le strade di Cinisi la Novena Natalizia, fino ai suoi 17 anni.  Anche Nino Vitale, attualmente docente della nostra scuola ed ex alunno dei primi anni ’90, ritiene che l’esperienza di T.P. lo abbia positivamente segnato, permettendogli di socializzare molto, di partecipare a tornei sportivi e soprattutto di acquisire la tecnica della cartapesta dal “mitico” professore Friscia; ora trasmette tutto ciò ai suoi alunni, poiché è appunto insegnante del laboratorio T.P. di cartapesta, occupandosi ogni anno di dare vita al carro allegorico di Carnevale, ma anche di molto altro.

Andando un po’ avanti nel tempo, Rosalinda Saputo ci ha parlato dell’inizio degli anni 2000: nei suoi ricordi è rimasta l’esperienza del suo primo anno, nel quale ha partecipato al laboratorio di giornalino, diretto dalla professoressa Pace, che a quei tempi si chiamava: ”L’urlo alunno”. Si scriveva in un foglio e poi si ricopia tutto al pc, perché c’era un solo computer a disposizione per tutti; qualche volta si portava il registratore per intervistare delle persone, come ad esempio la Dirigente di allora, professoressa Maria Laura Brugnano. Il giornalino veniva usato anche per esprimersi in maniera anonima, nel seguente modo: venivano messe delle cassettine, una al primo piano e una al piano terra dell’Istituto, dove appunto gli alunni scrivevano i loro pensieri. Del secondo anno Rosalinda ricorda un laboratorio teatrale sulla figura della donna, tenuto dalla professoressa Cubito, che lavorava in radio e aveva la passione per il teatro. Era un laboratorio composto da ragazze, dove ognuna interpretava un personaggio femminile diverso, tratto dalla Storia o dalla mitologia; Rosalinda ricorda di aver interpretato Elena di Troia. Al terzo anno ci fu la partecipazione ad un laboratorio ormai nella gloriosa tradizione della nostra scuola: il musical delle professoresse Piera e Giulia Zito, con la messa in scena di “Bullies and girls”. Nel periodo scolastico di Rosalinda il T.P. si svolgeva 2 volte a settimana, i ragazzi uscivano per pranzo, riunendosi spesso nei bar e panifici in prossimità della scuola; non sempre le richieste del corso preferito venivano accontentate, come nel suo caso, che inizialmente non aveva scelto il T.P., ma il corso bilingue; in realtà poi l’esperienza, assolutamente positiva, è rimasta per lei indelebile.

Il più giovane dei nostri ex alunni, Salvo Casto, ci riferisce che il primo anno ha frequentato il corso di giornalismo con la professoressa Pace, con cui ha imparato a impaginare un articolo sul giornale, ed anche il laboratorio scientifico, un altro fiore all’occhiello del nostro Istituto; al secondo anno è stato inserito nei corsi artistici con il professore Cassarà, per realizzare lavori di ceramica e il carro allegorico; Salvo ricorda poi con particolare entusiasmo un laboratorio del terzo anno sul mondo della pubblicità, con il professore De Luca e la professoressa Marcianò, che ha portato anche alla realizzazione di un cortometraggio, per il quale il gruppo di laboratorio ha ricevuto un premio. Ai tempi di Salvo il T.P. era già organizzato di martedì e giovedì; per un anno ci fu il tentativo di realizzare la mensa in classe con un servizio catering esterno, ma l’esperienza non fu delle migliori, quindi successivamente si usciva da scuola per pranzo alle 14.00, per rientrare alle 15.00. C’erano già i compiti a casa, ma per Salvo questo non ha costituito un problema, anzi lui ci riferisce che ciò lo ha indirizzato ad un metodo di studio più organizzato ed efficace.

In conclusione, tutti gli ex alunni delle tre “generazioni” che abbiamo intervistato sono concordi sul fatto che consiglierebbero a tutti l’esperienza T.P., perché è stata una grande occasione per sviluppare abilità e passioni che sono ritornate utili nelle loro vite, oltre ad offrire la possibilità di passare il tempo insieme a compagni e docenti in maniera costruttiva e divertente … molti di loro ricordano le grigliate di salsiccia organizzate dal professore Friscia durante il periodo del Carnevale, in preparazione del carro, e tanti altri episodi simili, in cui, uscendo dal contesto formale della lezione frontale, alunni e insegnanti si ritrovavano piacevolmente insieme.

Docenti ed ex docenti sono stati testimoni fondamentali per mettere in luce aspetti che noi ignoravamo completamente. Ad esempio abbiamo scoperto che c’è stato un momento in cui la mensa si faceva in auditorium, ma fu un vero e proprio esperimento finito molto presto. E per un periodo, invece, si andava a pranzare a casa. Una cosa che ignoravamo e non avremmo mai immaginato, invece, è che inizialmente i laboratori del T.P. erano stati pensati per permettere a tutti di fare attività extrascolastiche gratuite. E a proposito di attività: chi poteva immaginare che è esistito un laboratorio di cucina con i docenti di lingua straniera, in cui si preparavano i dolci tipici anglosassoni e francesi?! È esistito anche un laboratorio di fiabe, uno di scacchi, uno di fotografia e uno di giardinaggio, al quale dobbiamo gli alberi che ancora oggi ci sono nel giardino della scuola. Queste notizie provengono da due ex docenti del nostro istituto, il processore Leonardo Di Giorgio (di Educazione Tecnica), e la professoressa Piera Zito (di Inglese). C’è stato spazio anche per la danza e per il riciclo, come asserisce il prof. B. Palazzolo. E altri laboratori che ancora oggi resistono, non sono mai cambiati come il musical, la ceramica e la cartapesta, come ci testimoniano i professori Agrusa e Cammilleri. Tutti, comunque, insegnanti di un tempo e insegnanti di adesso, sono d’accordo sul fatto che il t.p. sia sempre stata una risorsa fondamentale per imparare a relazionarsi tra le classi, e per scoprire talenti nascosti degli allievi. La professoressa Cammilleri sottolinea inoltre che chi insegna nel corso T.P. lo fa per scelta e per passione, cercando di mettersi in gioco di anno in anno per proporre qualcosa di interessante e coinvolgente, sia per alunni che per docenti.

Come abbiamo prima accennato, per ricostruire la storia del T.P. alla scuola di Cinisi non ci siamo serviti soltanto delle testimonianze orali, ma anche di veri e propri “reperti”, come un documento dell’a.s. 1992/93: “La mia esperienza di Tempo Prolungato”, un quadernetto che la nostra esperta, Vanessa Leone, ci ha gentilmente fornito. Questo strumento ci ha permesso di fare un salto nel passato e riascoltare le voci di quelli che in quegli anni furono studenti come noi e oggi sono adulti. Nelle prime pagine troviamo le ‘’ Impressioni e riflessioni” di alcuni alunni dello stesso anno di Vanessa. I pensieri che ci sono maggiormente piaciuti sono i seguenti:

1)”Il tempo prolungato non è un passatempo tutt’altro, perché ci impegna di più ad imparare di più”

2)”Il tempo prolungato è utile per imparare tante cose, è una cosa buona perché toglie i ragazzi dai pericoli della strada e dalla televisione che rende stupidi”

3) ”Mi sarebbe piaciuto restare a scuola anche per il pranzo, per stare insieme agli altri giocando”

4) ”Lo studio della personalità, in laboratorio, mi ha fatto riflettere e mi ha insegnato ad essere meno egoista e più socievole”

Dopo queste riflessioni, nell’esame del nostro documento passiamo al capitolo del “Diario del giornalino” dove i ragazzi spiegano il significato delle parole “laboratorio”, “compresenza” e “tempo prolungato. Proseguendo, nel testo gli alunni ci raccontano la loro esperienza con il francese e come hanno imparato i mesi, i giorni e i numeri. Andando avanti troviamo la descrizione di una delle attività più amate dai vecchi alunni della nostra scuola, “L’educazione alla espressione corporea”: ogni lunedì avevano un’ora di educazione musicale e fisica, durante la quale si recavano in palestra per ascoltare musica e fare sport. In chiusura di questo diario abbiamo trovato un testo che parlava dell’esperienza dei ragazzi con la tecnologia, nel quale in chiusura troviamo un simpatico disegno di un vecchio Olivetti.

­­­­­­­­­­­­­­La nostra inchiesta sul T. P. non sarebbe stata completa senza la testimonianza della Dirigente Scolastica, professoressa Benedetta Lidia Bartolotta, alla guida del nostro Istituto dal 2015. Quindi ci siamo recati nel suo ufficio e abbiamo chiesto di intervistarla. Ovviamente, da quanto precedentemente detto, appare chiaro che quando l’attuale Preside è arrivata il T. P. aveva già una lunga storia, ma, come ci ha dichiarato, lei ha sempre creduto in questa risorsa e ha fatto del suo meglio per potenziarla. L’opinione della nostra Dirigente è infatti quella che prolungare il tempo-scuola offra un valido servizio al territorio, per due ragioni: accogliere i ragazzi nelle ore in cui i genitori sono impegnati con il lavoro e garantire attività formative e di svago anche a tutti quegli alunni che, per varie motivazioni, non possono privatamente frequentare circoli ricreativi o praticare sport. Oltre a ciò, la Preside ritiene che i laboratori del T.P. siano una preziosa occasione di socializzazione, proprio perché organizzati a classi aperte e perché prevedono momenti di vita comunitaria come la mensa, in cui si condivide il pasto, ma anche i momenti di svago e di scherzo. Ci dice ancora la Dirigente che il T.P. costituisce anche attività di orientamento per il nostro futuro, perché i laboratori, nella loro varietà, ci permettono di scoprire le nostre attitudini e coltivare le nostre passioni; proprio in base a ciò, lei ritiene tutti i laboratori altamente formativi e, se fosse alunna, vorrebbe provare a frequentarli praticamente tutti …! La Dirigente ci ha anche detto di avere approvato la scelta delle sue figlie di frequentare il T.P. del nostro Istituto, consigliando, per i due giorni disponibili, la selezione di un laboratorio più teorico (latino, scientifico, giornalino) ed uno più pratico/ludico (cartapesta, ceramica, teatro); questa è la modalità di scelta che la Preside consiglia comunque a tutti. Abbiamo chiesto all’intervistata quale laboratorio proporrebbe se fosse lei stessa un’insegnante coinvolta e ci ha risposto che, secondo quelle che sono le sue passioni, condurrebbe volentieri un laboratorio di teatro (anche antico), lingue classiche, giornalismo. Per concludere l’intervista abbiamo domandato alla Preside quanto è complicato dirigere una scuola a T.P., quali sono state le principali innovazioni che lei ha apportato e quali modifiche desidererebbe proporre per il futuro. Ecco la risposta: “L’organizzazione del T.P. è certamente complessa, ma da questo punto di vista la scuola è una macchina già avviata e, con la collaborazione di tutti, si riesce a mandarla avanti senza problemi, anche se si può sempre migliorare. Quando io sono arrivata in questa scuola, ad esempio, gli alunni andavano via per pranzo e rientravano successivamente: ho ritenuto più utile ai ragazzi restare a consumare il pasto con i compagni, offrendo così loro occasione di condivisione e socializzazione; oltre a questo, abbiamo affiancato ai docenti di italiano e matematica quelli di lingue per il potenziamento e, in molti progetti, anche docenti esperti di arte, musica, sostegno, per sviluppare percorsi articolati e vari, unendo le competenze specifiche di tutti. E’ bene sottolineare anche che la presenza del docente di sostegno garantisce la possibilità per gli alunni disabili di svolgere attività varie, ricreative e formative: il tempo prolungato fa dunque anche inclusione, uno degli obiettivi principali del nostro Istituto. Per il futuro … mi piacerebbe che tutte le sezioni della scuola diventassero a T.P. e mi piacerebbe proporre ai ragazzi il cambio di laboratorio al secondo quadrimestre, per allargare le loro possibilità di sperimentare … ci lavoreremo il prossimo anno!”

Dopo aver completato questo lungo viaggio nel passato e nel presente del T.P. dell’I.C.Cinisi, è arrivato il momento di volgere il nostro sguardo al futuro, provando ad immaginare, dal punto di vista di noi ragazzi, come potrebbe evolvere questa esperienza. Per fare ciò, abbiamo fatto un giro per gli attuali laboratori, intervistando alunni come noi che li frequentano, ed ecco cosa è venuto fuori: il t.p. non è perfetto, ma si può migliorare! Sono sorte proposte e suggerimenti che ora vi illustreremo. Agli intervistati sono state poste due semplicissime domande: Il t.p. può migliorare? Se è si, come? Ecco cosa ci è stato detto. Innanzitutto una richiesta che ci è stata fatta da tutti è quella del laboratorio sportivo, che già c’è stato in passato e che ora si vuole riportare, dato che la palestra e i materiali che abbiamo ce lo permettono. Un’altra richiesta è stata quella di avere un'unica sala mensa per poter socializzare di più e avere più tempo a disposizione per la mensa; altra proposta è quella di istituire una sorta di “open day” interno, per conoscere i singoli laboratori prima della scelta; molti alunni gradirebbero un‘altra aula multimediale e maggiori attrezzature per il musical. I laboratori scientifico e robotica vorrebbero avere una collocazione interna al plesso Meli, se possibile e, naturalmente, sempre più attrezzature specifiche per le loro attività.

 Noi redattori di Leggimi ci siamo interessati e abbiamo preso questo incarico di raccontare il T.P. di ieri, oggi e domani molto seriamente. E’ stato un lavoro impegnativo, che abbiamo potuto svolgere solo grazie agli ex ed attuali professori che si sono fatti intervistare, agli ex alunni che hanno messo da parte i loro impegni personali e sono venuti da noi in redazione a parlare della loro esperienza, alla Dirigente Scolastica, che ci ha concesso del tempo (anche se sappiamo che ne ha davvero molto poco!) e grazie a Vanessa Leone, che, con grande generosità, ci ha guidato e coordinato nello svolgimento dell’inchiesta.

La Redazione di “Leggimi”  

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