INTERVISTA GRETA DI MAGGIO: BRONZO NEL JU-JITS 2025
- Rosaria Marciano
- 5 mag
- Tempo di lettura: 4 min

Sempre più abituati a vedere un occhio nero su un volto femminile in relazione a episodi di violenza di genere, veniamo stupiti se su uno stesso viso coesistono un grosso livido e un grande sorriso. Greta di Maggio, 14 anni, porta in giro con orgoglio il suo trofeo stampato in faccia: un errore dell’avversaria per la quale non porta rancore ma solo comprensione per un incontro/scontro che, ci racconta, è finito in un abbraccio. Questo e tanta adrenalina all’ultimo mondiale di Ju- jitsu, antica arte marziale definita meglio come “arte della cedevolezza”. Greta, ex alunna della nostra scuola e cittadina di Cinisi, è arrivata terza nella gara.
D: Ci sono diversi tipi di ju-justu?
R: Sì, ne esistono ben tre, due orientali (fatin e nevaza) e uno braziliano. Io pratico quello fatin, con calci, pugni e il resto delle tecniche; in quello nevaza si combatte senza usare calci e pugni e il criterio del punteggio è diverso e quello braziliano; è molto simile al nevaza, i principi sono molto simili ma i punteggi, ancora una volta, sono diversi.
D: Cresciuta atleticamente sotto la guida del maestro Cristian Minuto della Akyama: chi è per te questo maestro?
R: Per me lui è come un secondo papà, infatti un motivatore, e non solo per le gare, ma mi aiuta anche nella vita di tutti i giorni. Ho iniziato con questo allenatore fin da piccola e non segue solo me, bensì tutta la squadra. Quando c’è una gara parte insieme a tutta la squadra e ci aiuta tutti, sia negli allenamenti che nelle gare, dando a noi ulteriore grinta.
La piccola grande Greta è l’orgoglio di Claudia e Stefano, genitori presenti che non hanno mai smesso di credere nella loro unica e determinata ragazza. Con grande orgoglio, la comunità di Cinisi guarda al futuro di Greta Di Maggio, che si prepara a un nuovo obiettivo internazionale: i suoi ultimi impegni l’hanno portata a Cipro, dove ha continuato a gareggiare con la determinazione e la passione che l’hanno contraddistinta finora.
D: Com’è andata l’ultima gara?
R: In quest’ultima gara ho “rosicato” molto, ma sono sicura che mi aiuterà in futuro, infatti anche all’europeo ho “rosicato”, ma ciò mi ha spronato, facendomi lavorare su alcune delle mie tecniche e ciò successivamente mi ha fatto arrivare terza al mondiale.
Greta rappresenta un esempio per tutti i giovani del territorio, dimostrando che con impegno e dedizione si possono raggiungere vette sempre più alte.
D: Quali sono alcuni sacrifici che devi fare come atleta?
R: Si devono fare soprattutto sacrifici alimentari: come minimo bisogna fare un’alimentazione sana, anche perché altrimenti ci si ritrova più chili di quelli indicati per la propria categoria di peso; magari basta mangiare della frutta a merenda e non esagerare con i fast food. Oltre quelli alimentari si fanno anche sacrifici relativi al proprio tempo libero.
D: Ti è mai capitato di sentirti come una celebrità?
R: Sì, un esempio è un video di Instagram che è andato virale recentemente, e secondo me ciò è nato perché cosa delle gare mondiali è fuori dal comune, ma mi ha comunque stupito perché il ju-jistu non è uno sport “famoso”.
D: Come ti senti dopo aver raggiunto i più alti obiettivi nella tua disciplina?
R: Per me è un’emozione anche solo essere qui, quindi per me è una emozione costante, questo è un piccolo sogno nel cassetto che si è avverato, un altro mio grande sogno è partecipare a un concorso a cui possono partecipare i ventenni o più che sono nella top 10 mondiale.
D: Qual è stato il momento più difficile del tuo percorso con lo sport? Ti hanno fatto dubitare delle tue capacità?
R: Il momento più difficile è stato quando ho iniziato a fare gare internazionali dove perdevo di continuo e se non avessi continuato non avrei mai raggiunto i miei obiettivi
D: Qual è il tuo segreto per il successo?
R: Non c’è un segreto, l’importante e metterci tutto se stesso, il cuore e soprattutto la testa, la mentalità è fondamentale e aiuta molto il mental coach
D: Cosa pensi del futuro del ju-jitsu come sport olimpico?
R: Il ju-jistu fortunatamente è in lista e, si spera, che fra circa 5 anni rientri tra gli sport olimpici, anche perché per me sarebbe perfetto.
D: Qual è il tuo consiglio per chi vuole iniziare a praticare ju-jitsu?
R: Di avere tanta pazienza all’inizio, perché, tranne per i più piccoli, nelle prime fasi può sembrare uno sport monotono.
D: E’ difficile sport e scuola insieme?
R: È molto difficile, però sotto questo aspetto il Ministero mi aiuta dandomi un percorso di studi più programmato, però diversi professori non sono d’accordo, infatti io ho scelto di non usarlo, anche perché riesco perfettamente ad organizzarmi.
D: Cosa ricordi della nostra scuola e cosa rimpiangi?
R: Ricordo tantissime cose belle, per esempio il tempo prolungato, che mi ha abituato ad organizzarmi anche con i compiti al liceo.
D: Hai paura di affrontare delle gare a livello fisico?
R: Non è facile da spiegare, infatti in allenamento si ha una costante paura di farsi male, ma quando devi partecipare ad una gara riguardi tutti i sacrifici che hai fatto e non puoi tirarti indietro, anche se spesso succede che ci si spaventi vedendo la stazza delle avversarie.
D: Hai delle fragilità? Se si quali sono?
R: Abbiamo tutti delle fragilità, ma la mia principale è l’essere ansiosa, anche se spesso ciò mi aiuta sia sul tatami, dove isolo tutti i suoni esterni e mi concentro nell’ascoltare solo il maestro, sia in generale, perché mi aiuta a programmare e organizzarmi.
D: Lo sport può aiutare a superare delle insicurezze?
R: Ovviamente può aiutare a superare delle insicurezze; ad esempio, da bambina ero un po’ “cicciottella”, quindi ero molto insicura a proposito del mio fisico e lo sono tutt’ora, anche se molte persone mi dicono che ho un fisico perfetto: lo sport mi ha dato sicurezza in questo, soprattutto nell’accettare i miei difetti o limiti, per poi provare a superarli.
D: Grazie per questa intervista.
R: Grazie a voi, a presto!
Giuliana Basile e Andrea Biondo
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