
Oggi andremo ad intervistare due alunne della classe IB, Gioia Testaverde e Giulia Abbate, che hanno partecipato insieme a tutti gli alunni e e le alunne delle classi prime della Scuola Secondaria di Primo Grado del nostro Istituto all’incontro avvenuto nella prima settimana di Ottobre in memoria di Salvatore Zangara. Ad incontrare gli studenti e le studentesse, presso l’auditorium “Peppino Impastato”, c’era il figlio di questa vittima innocente di mafia, Antonio Zangara. Cosa ci hanno raccontato Giulia e Gioia? Una delle nostre domande principali si incentrava sulla curiosità di spere cosa gli avesse lasciato l’incontro e come si sarebbero sentite se fossero state nei panni di Antonio Zangara. Come hanno detto le ragazze, sicuramente è rimasto qualcosa di triste, dato che la storia di Salvo Zangara non è un semplice racconto, ma è qualcosa di vero, accaduto proprio a Cinisi, il nostro paese. Antonio è stato molto bravo nel trasmettere ai ragazzi, un messaggio così significativo e importante, come quello della legalità. Ha fatto capire agli alunni che dolore si prova nel perdere un genitore così giovane, e in circostanze così assurde: “L’8 Ottobre 1983 mio padre, come solito fare, si incontrava con i suoi amici nella piazza di Cinisi, proprio davanti al bar Palazzolo. Proprio in quel momento erano presenti anche Procopio Di Maggio e suo figlio, che erano ricercati dai corleonesi; ad un certo punto passò una macchina con a bordo un killer che fece fuoco con la sua arma e, invece di colpire Procopio e suo figlio, colpì mio padre, uccidendolo e ferendo gli amici che si trovavano con lui", ha raccontato il figlio Antonio Zangara.
Uccidere senza motivo è sicuramente stato un errore della mafia nella storia che stiamo raccontando, ma anche uccidere con un “motivo” lo è, perché nessun omicidio è mai giustificabile. Le ragazze che stiamo intervistando tengono a far riflettere chiunque sostenga l’idea della mafia come qualcosa di corretto: che non lo è affatto, anzi è qualcosa che deve essere eliminato del tutto, qualcosa a cui si deve dire di NO!
Speriamo di avervi fatto riflettere con queste parole, che non sono nostre, ma di Giulia e Gioia, due ragazze ancora giovani ma con le idee chiare, che ringraziamo per il contributo fornito a questo articolo. Ringraziamo inoltre Antonio Zangara per avere avuto il coraggio di parlare di qualcosa per lui molto triste, ma che è necessario conoscere: quello di suo padre, infatti, è uno dei numerosissimi nomi di vittime innocenti di mafia, che la nostra scuola ha adottato come simbolo di legalità per celebrare la giornata del 21 marzo. Il primo marzo 2017, con voto unanime alla camera dei deputati, infatti, è stata approvata la proposta di legge che istituisce e riconosce il 21 marzo quale “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”. Ogni anno, il 21 marzo, primo giorno di primavera, l’associazione “Libera” celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie e anche l’I.C. di Cinisi partecipa alle manifestazioni in proposito.
Alessandra Ferreri e Maria Tocco
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