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... ROSALIND FRANKLIN: TRA SCIENZA E SILENZI

  • Rosaria Marciano
  • 5 mag
  • Tempo di lettura: 4 min


L’immagine ipnotica della spirale del DNA è ormai nota a tutti noi e sappiamo che in essa è contenuto il mistero di ciò che siamo. Ma chi l’ha scoperta, DAVVERO? I reporter di “Leggimi” provano a rispondere a questo interrogativo, incontrando per noi Rosalind Franklin. La sua è la storia di una donna non convenzionale, non tradizionale, non disposta ad adattarsi all’immagine femminile che la società del suo tempo vorrebbe imporle; ma è anche la storia di un “furto scientifico”, quello operato da Watson e Crick, che si appropriano impunemente della famosa “Fotografia 51” e da lì tutto parte … loro sono scienziati “maschi”, sono affidabili, sono credibili … almeno per la comunità scientifica del tempo: così tutto resta per anni seppellito nel silenzio. Rosalind comincia la sua battaglia per scardinare il pregiudizio sulle possibilità femminili già da ragazza, dentro le mura domestiche: comincia dal padre, convincendolo a lasciarla libera di seguire la sua vocazione … e poi continua tutta la vita, nel tentativo di essere valutata per la sua testa e non per il tipo di vita che conduce. Una battaglia importante, forse ancora da combattere, di cui la Franklin è una paladina.

GIORNALISTA:Abbiamo avuto l’onore di intervistare una delle scienziate più importanti del XX secolo: Rosalind Franklin. Chimica e cristallografa britannica, è nota soprattutto per il suo contributo fondamentale alla scoperta della struttura del DNA. Nonostante il suo lavoro sia stato spesso sottovalutato, la sua ricerca è stata cruciale. Noi abbiamo avuto la fortuna di intervistarla prima della sua morte.

Rosalind Franklin, scienziata, chimica, cristallografa. Una donna con un cervello geniale… ma che si è fatta fregare. E’vero?

Rosalind Franklin: Non mi sono fatta fregare. Hanno preso qualcosa che non gli apparteneva. È diverso.

GIORNALISTA:E, invece, parliamo della famosa “Fotografia 51”, l’immagine che ha permesso a Watson e Crick di scoprire la struttura del DNA… senza che lei lo sapesse. Possiamo chiamarlo un furto, no?

Rosalind Franklin: Chiamiamolo “uso improprio di dati altrui”, anche se suona proprio come un furto.

GIORNALISTA:Ma lei, da donna intelligente, non si era accorta che la stavano scavalcando? O si fidava troppo?

Rosalind Franklin: Non si trattava di fidarsi. In quel tempo, l’ambiente scientifico era come una giungla. Io facevo il mio lavoro e loro facevano il loro… e poi hanno deciso di “completare il puzzle” con i miei pezzi. 

GIORNALISTA:Rimpiange qualcosa della sua carriera?

Rosalind Franklin: Avrei voluto avere più tempo, ma sono orgogliosa del lavoro che sono riuscita a compiere.

GIORNALISTA:Come si immagina in un laboratorio moderno, del futuro? Sarebbe la stessa Rosalind Franklin?

Rosalind Franklin: Sarei ancora più competitiva.

GIORNALISTA:Lasciando stare il suo lato lavorativo, lei come si comporta nella sua vita privata? E’ estroversa o introversa?

Rosalind Franklin: Al contrario delle aspettative, io sono una donna molto introversa. Non ho mai dato troppa importanza alle critiche delle altre persone, neanche a quelle di mio padre, sia in ambito lavorativo che privato.

GIORNALISTA: “All'inizio il padre non volle che studiasse scienze, perché non era quello che si aspettava da una donna. Ciò nonostante, Rosalind rimase ferma nella sua decisione”, recita il LEAD di un articolo di giornale. Che rapporto aveva con suo padre?

Rosalind Franklin: Mio padre era un grand’uomo. La sua mentalità era stata influenzata dalla società dei suoi tempi, ma io sono riuscita a cambiarla.

GIORNALISTA:Quando si guarda indietro, pensa mai a quanto la scienza le abbia ‘rubato’ della sua vita personale? Si è mai chiesta se ne è valsa veramente la pena?

Rosalind Franklin: Certo, la scienza mi ha preso tanto. Ho sacrificato tempo alla famiglia, alle amicizie, e anche a una vita personale 'normale'. Ma non me ne sono mai realmente pentita. Ho scelto questa strada, sapevo a cosa andavo incontro. Forse avrei potuto avere di più, ma non sono mai stata il tipo che si guarda indietro. Se sei così ossessionato dalla ricerca, non ti interessa più di tanto ciò che lasci indietro.

GIORNALISTA:Le è mai capitato di pensare di essere stata giudicata più per la sua vita privata che per chi era come persona? Pensa che la società fosse più interessata a come viveva fuori dal laboratorio che a ciò che faceva realmente?

Rosalind Franklin: Assolutamente sì. Non importa quanto fossi capace o intelligente, la gente ha sempre avuto un'opinione su come vivevo la mia vita privata. Se fossi stata più 'tradizionale', forse sarebbe stato più facile per tutti accettarmi, ma non mi interessava. Mi ricordo che c’era sempre un'attenzione morbosa su chi frequentavo, su cosa facevo nel mio tempo libero, come se il mio valore fosse definito dalle scelte personali invece che dalla mia testa. E onestamente, non lo trovo giusto. Mi hanno etichettata come 'strana' o 'difficile' solo perché non rispecchiavo le aspettative sulle donne del mio tempo. Ma la verità è che non avevo nessuna intenzione di adattarmi alle loro idee di normalità.

GIORNALISTA:Siamo giunti finalmente alla conclusione di questa intervista. Rosalind Franklin ci lascia con un messaggio di determinazione e integrità. Nonostante le difficoltà e i sacrifici, ha sempre scelto di restare fedele a se stessa e alla scienza. Un esempio di forza che ci insegna a seguire la passione senza piegarsi alle aspettative degli altri.         

                                                                                           

 

Melissa Biundo, Giorgia Mangiapane e Giuliana Karol Basile.

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