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... MARIE CURIE : VIAGGIO NEL MISTERO DELLA RADIOATTIVITA’

  • Rosaria Marciano
  • 5 mag
  • Tempo di lettura: 4 min


Potete immaginare che, Marie Curie, vincitrice di ben due premi Nobel, si sia intrattenuta con i nostri giornalisti per suggerire loro come riprodurre fra le mura domestiche il suo celebre esperimento sulla Pechblenda? Beh, è proprio così che è andata … Ve lo raccontiamo in questa intervista “impossibile”, dove la Curie affronta anche il tema del pregiudizio che avvolge le donne in campo scientifico e parla della determinazione come arma di ribellione. Per Marie Curie, che ha sacrificato la sua stessa vita alla ricerca su radio e polonio, la Scienza doveva intervenire nella vita umana come elemento migliorativo e la sua ricerca ha raggiunto, in questo senso, risultati fondamentali. Non manca, nella narrazione dalla viva voce della protagonista, il ritratto lieve dell’amore per Pierre, sbocciato e vissuto in laboratorio.

INTERVISTATORE: Benvenuti a questa nuova puntata del nostro podcast. Oggi abbiamo come ospite una grande donna, che con le sue scoperte scientifiche ha cambiato il mondo, salvando molte vite. Vi diamo qualche indizio … radio e polonio: a chi pensate? Proprio lei! Marie Curie. Grazie alle sue scoperte oggi riusciamo a fare le radiografie o ad utilizzare oggetti ormai scontati, come il telefono. Adesso diamo la parola proprio a lei, che accogliamo calorosamente.

Buon pomeriggio, signora Curie, la ringraziamo di aver accettato il nostro invito, è davvero un onore averla qui con noi.

 MARIE CURIE: Salve, vi ringrazio per l’invito, sono molto grata di essere qui e soprattutto spero di essere d’ispirazione per i giovani che vorrebbero approcciare al mondo scientifico.

INTERVISTATORE: Perché ha scelto di intraprendere una carriera scientifica?

MARIE CURIE: All’ interno della mia famiglia sono sempre stata spronata a proseguire gli studi e durante il mio percorso scolastico ho riconosciuto il mio amore per le Scienze e per la Fisica; la mia curiosità e la mia voglia di fare mi hanno portata a scoprire gli elementi radioattivi. Per raggiungere i miei obiettivi, ammetto, di aver dovuto abbattere molti pregiudizi.

INTERVISTATORE: In quanto donna nel mondo della Scienza, come si è trovata? Quali sono stati i pregiudizi in cui è andata incontro?

MARIE CURIE: Quando iniziai il mio cammino nel mondo della Scienza, dovetti affrontare diverse difficoltà non solo in campo lavorativo. In quel periodo, le donne non erano considerate adatte a intraprendere carriere scientifiche, e l’idea che una donna potesse eccellere in un campo dominato dagli uomini sembrava inconcepibile. Io ho abbandonato la Polonia perché lì non mi era stato concesso, in quanto donna, di frequentare l’Università perciò mi sono trasferita a Parigi e per questo sono stata considerata irresponsabile.

INTERVISTATORE: C’è stato un evento che le ha fatto capire che a quei tempi prevalevano gli uomini rispetto alle donne?

MARIE CURIE: Spesso mi capitava quando andavo a comprare gli elementi radioattivi o semplici componenti chimici di non poterli ritirare senza mio marito che garantisse per me.

INTERVISTATORE: Crede che sarebbe riuscita a completare le sue ricerche senza il supporto di suo marito?

MARIE CURIE: Sicuramente il ruolo di Pierre è stato fondamentale all’ interno delle scoperte, presuppongo però che la mia dedizione mi avrebbe portato lo stesso alla scoperta del radio e del polonio. Infatti nonostante la sua morte sto continuando le mie ricerche.

INTERVISTATORE Come è stato il suo primo incontro con Pierre?

MARIE CURIE: Il mio primo incontro con Pierre avvenne nel lontano 1884, ai tempi ero una giovane ricercatrice universitaria. Ricordo perfettamente che il professore Lippmann, docente di Fisica, mi abbinò a Pierre per un progetto sullo studio delle masse. Il nostro primo incontro fu molto professionale, ma entrambi rimanemmo colpiti dalla nostra umiltà. Continuammo ad uscire ed un anno dopo ci sposammo.

INTERVISTATORE: Come si sente ad essere diventata una scienziata di grande importanza?

MARIE CURIE: Devo dire di essere veramente soddisfatta di aver potuto dare un contributo significativo alla Scienza, ma per me non è mai stato tanto importante diventare famosa. La vera soddisfazione viene dal sapere che il mio lavoro ha aperto nuove possibilità alle altre donne che vogliono dedicarsi alla ricerca scientifica.

INTERVISTATORE: Se potesse scegliere un superpotere, quale sarebbe?

MARIE CURIE: Questa è una domanda complicata, ma sceglierei probabilmente il potere del volo, per poter raggiungere i miei cari in Polonia con più agilità.

INTERVISTATORE: Secondo lei, come, dei semplici ragazzi, potrebbero riprodurre i suoi esperimenti?

 MARIE CURIE: Potrebbero prendere una grande palla di pongo che rappresenta la Pechblenda, in seguito immergerla nell’acqua, che rappresenterà l’acido, da questa si possono creare tre piccole palline, ovvero polonio, uranio e radio.

INTERVISTATORE: Come si è sentita dopo aver vinto i suoi premi Nobel per la Fisica e la Chimica nel 1903 e nel 1911?

MARIE CURIE: Vincere un premio Nobel è sempre un onore, il primo per me ha avuto un significato importante perché l’ho potuto condividere con mio marito; il secondo ha dimostrato a tutti gli altri scienziati uomini che una donna, se pur da sola, può fare delle scoperte importanti tanto quanto quelle di un uomo.

INTERVISTATORE: Lei è riuscita ad aiutare tanti soldati durante la Prima guerra mondiale. Qual è stata la sua esperienza al fronte?

MARIE CURIE: Nel 1914 mi unii agli sforzi bellici, convinta di poter aiutare i soldati con la Scienza. Ho interrotto i miei studi dedicandomi alla radiologia medica, così, nel 1916 grazie alle radiografie portatili, ho iniziato le mie esperienze al fronte. Le scene erano agghiaccianti. Giravo per le trincee assieme ad un medico: ai feriti venivano effettuate delle radiografie mirate, evitando l’amputazione dell’arto. Mi rattristava vedere uomini e ragazzi uccidersi fra loro, ma soprattutto riflettevo spesso sulle loro famiglie: ormai prive della speranza di un loro ritorno.

La ringraziamo per aver partecipato all’intervista, lei è stata una grande donna ed un’eccellente scienziata che ha segnato la Storia. Le sue parole sono molto importanti per noi. Speriamo che molti altri ragazzi vogliano prendere spunto dalle sue ricerche e dalle sue esperienze, per poter seguire un percorso scientifico. Le sue scoperte hanno migliorato il nostro stile di vita. La sua presenza ha significato molto per noi e speriamo di rivederla presto.

Marta Lo Faso, Paola Mazzola, Stefany Lo Chirco, Andrea Biondo

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