IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA
- Rosaria Marciano
- 5 mag
- Tempo di lettura: 2 min

Lunedì 17 febbraio 2025 abbiamo assistito alla visione del film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, diretto da Margherita Ferri. È un film biografico, uscito in data 7 novembre 2024. Non è un film qualunque, perché ha un significato e un messaggio veramente profondi. È la storia di Andrea Spezzacatena, interpretato da Samuele Carrino, un ragazzo che decide di indossare dei pantaloni rosa per sfidare i pregiudizi di genere e non solo. Andrea vive in un piccolo paese, dove tutti si conoscono e dove le opinioni degli altri sembrano avere un peso enorme. Lui non si arrenderà mai, nemmeno a costo della sua vita. Andrea attraversa il divorzio dei suoi genitori, e per lui l’unica cura è stare con le persone che gli vogliono bene, o che fingono di farlo. Andrea Spezzacatena si toglie la vita il 20 novembre 2012 all'età di 15 anni, appena compiuti, dopo anni e anni di bullismo e cyberbullismo. I suoi genitori, però, si renderanno conto di ciò che loro figlio stava attraversando solo dopo la sua morte, e sarà lì che la mamma di Andrea scriverà il libro “Andrea: oltre il pantalone rosa” dedicato ai suoi due figli. Ciò che è devastante è il fatto che il film è ispirato alla realtà, alla storia di Andrea Spezzacatena che, rassegnato all'idea di essere soggetto della crudeltà dei compagni per tutti gli anni di scuola che gli restano, sceglie il suicidio.
La parte più toccante del film è sicuramente l’ultimo abbraccio di Andrea con la madre, nel giorno del suo compleanno, durante il quale la donna è ignara del fatto che quello sarebbe stato l’ultimo momento felice con il figlio. La scena termina con le seguenti parole di Andrea: “L’ultimo giorno della mia vita è stato sereno”.
Questa scena ci ha colpito perché descrive a pieno l’amore che una madre prova verso il figlio e il dolore di un figlio che sa di abbracciare la madre per l’ultima volta, e quella frase è stata un’esplosioni di emozioni dentro di noi, perché è davvero devastante.
Il messaggio che il film lascia è davvero importante, perché è un tema molto delicato. Si parla, infatti, di bullismo e cyberbullismo. Spesso si pensa che ormai queste due cose non esistano più, invece ancora oggi si sentono storie come quella di Andrea. È per questo motivo che la madre, Teresa Manes, continua a raccontare questa storia, nella speranza che non accadano più cose del genere. Secondo noi il film è uno strumento di riflessione per tutti, per grandi e piccoli. Speriamo che la storia di Andrea continui a viaggiare e speriamo di non sentire più che si verificano vicende come la sua. Consigliamo per chiunque non l’avesse visto, di vedere il film, perché lascia un ricordo indelebile a tutti.
Melissa Biundo e Maria Tocco
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